Provincia autonoma di Trento

Progetto INVERSION

GOAL 2   

Entro il 2030, un target del Goal n.2 Fame zero, chiede di garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e applicare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a conservare gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici (condizioni meteorologiche estreme, siccità, inondazioni) e che migliorino progressivamente il terreno e la qualità del suolo.

Anno 2040 “Esco e vado da Stefano a prendere i funghi e il latte, me ne ero quasi dimenticata, per fortuna che l’APP AgroOggi mi ha ricordato che avevamo prenotato per questo pomeriggio alle 17.00. Questa volta mi fa conoscere la mucca Viola, quella che ci fornisce il latte e mi fa vedere come viene allevata.”  

Un dialogo nel futuro, quando l’agricoltura non è più solo produzione ma sviluppa e diffonde un’innovazione nel processo elaborando un nuovo modello di zootecnia montana che si basa sul concetto di multifunzionalità dell’azienda zootecnica e applica soluzioni su base agroecologica.

Questo nuovo tipo di approccio viene messo in pratica in INVERSION, un progetto pilota del Gruppo Operativo Agroecologia per il Trentino (GO) che collabora in sinergia con diverse realtà: alcune aziende agricole delle Giudicarie Esteriori, il mondo della ricerca (la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’Istituto del Consiglio nazionale delle Ricerche), veterinari e l’Associazione Ecomuseo della Judicaria dalle Dolomiti al Garda.

Che cosa si intende per pratica agroecologica? Gli agricoltori e allevatori che la praticano devono avere molta cura quando coltivano un terreno o allevano animali, così da aumentare l’efficienza d’uso delle risorse per il bestiame e migliorare l’utilizzo delle risorse locali, come i pascoli e i foraggi affienati.

Foto tratta dal sito www.progettoinversion.it  

In questo modo si favorisce anche la biodiversità, la così detta agrobiodiversità nei sistemi agricoli, che risulta fondamentale per la regolazione degli ecosistemi sia naturali che antropizzati e comprende la varietà di patrimonio genetico delle varie culture e la presenza di più specie vegetali all'interno della rotazione culturale, che possono essere coltivate in successione o in consociazione. In questo modo l’agroecosistema, fornisce servizi alla società umana, aumentando la fertilità del suolo, grazie alle attività degli organismi viventi residenti nel terreno che stabiliscono processi biologici importanti e contribuiscono a fornire i cosiddetti Servizi Ecosistemici (SE).

Inoltre numerosi studi, riguardanti sia latte che prodotti caseari e carni, attestano che i prodotti alimentari derivanti da animali allevati prevalentemente con pascolo e fieni di qualità abbiano profili nutrizionali migliori, oltre ad avere ottime caratteristiche organolettiche. 

In questo modo una gestione attenta ai bisogni degli animali crea benessere per tutti, anche ad allevatori e operatori, creando quindi ambienti di lavoro migliori e contribuendo a rigenerare e rendere resiliente il territorio ai cambiamenti climatici.

Infine, l’agricoltura può essere utilizzata come mezzo anche per una potenziale azione di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici. Il suolo infatti è una riserva dinamica di carbonio (carbon sink) capace di trattenere in forma organica notevoli quantità di questo elemento. Già nel 2003 gli esperti ONU sul cambiamento climatico dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) avevano segnalato tra le buone pratiche, la fissazione di Carbonio nel suolo tramite accorgimenti nella lavorazione del terreno, la rotazione, l’avvicendamento colturale e altre pratiche.

Gli agricoltori hanno quindi un ruolo di fondamentale importanza in quanto sono da sempre i custodi del paesaggio e della biodiversità. Ecco perché la società e le Istituzioni dovrebbero incoraggiare e sostenere l’agricoltore nel proprio ruolo di architetto del paesaggio rurale.

 

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

 A livello globale, circa 1 persona su 9 soffre la fame; inoltre la denutrizione e l’insicurezza alimentare sembrano aumentare in quasi tutte le regioni dell'Africa e del sud America. D’altra parte, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dal 1908 ad oggi l'obesità a livello globale è più che raddoppiata: 1 adulto su 8 è obeso.

In Italia diminuisce la percentuale della popolazione in sovrappeso, aumenta la produttività del lavoro delle aziende agricole e si espande la superficie delle coltivazioni biologiche.