Provincia autonoma di Trento
Soggetto proponente TRENTINOSOLIDALE ODV (ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO): nasce nel 2001 con lo scopo di sostenere associazioni e organismi operanti nei settori della solidarietà sociale ma anche di operare in proprio con specifici progetti.
Dove Trento
Scopo e funzionamento Il progetto si prefigge di ridurre lo spreco alimentare - quello della fase della distribuzione quasi completamente con azioni concrete; quello della fase del consumo con azioni di sensibilizzazione e formazione - e, contemporaneamente, di contribuire a ridurre la povertà (in attuazione del target 12.3 dell’obiettivo 12 dell’Agenda 2030).

Da 330 negozi di ogni dimensioni e da produttori locali dislocati in tutto il territorio provinciale, ogni giorno lavorativo vengono raccolti alimenti di immediato consumo o prossimi alla scadenza (pane, prodotti da forno, latticini, verdure, frutta, cibi già cotti), o in confezioni danneggiate, o con etichette deteriorate, o che non hanno più commerciabilità, tutti prodotti che sarebbero destinati a divenire rifiuti. Ancora nella stessa giornata tutto il raccolto viene vagliato, pulito e suddiviso per tipologia: si preparano casse di solo pane, di pizze, di prodotti dolciari, di latticini, di frutta, di verdura, di prodotti pre-cotti e così via. Nella stessa giornata, tutto viene distribuito a circa 30 fra istituzioni e altre associazioni e a 32 centri di distribuzione.

TRENTINOSOLIDALE conosce ogni assistito (singolo o famiglia) perché a ciascuno richiede un documento di identificazione e uno stato di famiglia (o la relativa autocertificazione) e consegna una tessera di riconoscimento con l’indicazione del centro di distribuzione a cui può rivolgersi. Ogni accesso di ciascun utente ai centri di distribuzione viene registrato. In tal modo si seguono gli utenti, si conosce il loro numero per ogni centro di distribuzione e complessivamente, e si conoscono anche le quantità di alimenti necessarie per ogni centro di distribuzione e di quelli in concreto distribuiti. TRENTINOSOLIDALE ha pertanto sviluppato un modello innovativo nella distribuzione: nei propri centri non consegna pacchi di alimenti già confezionati ma permette di “fare la spesa”: consente a ogni assistito di scegliere i generi alimentari da portare a casa in quantità proporzionale al suo nucleo familiare. In tal modo non si ingenerano ulteriori sprechi, possibili in caso di consegna di alimenti in quantità eccedente l’effettiva necessità, o di qualità non gradita.
Beneficiari Persone e famiglie assistite da istituzioni o associazioni che operano con le categorie più svantaggiate (strutture di prima accoglienza, soggetti fragili, anziani soli, italiani e stranieri economicamente deboli, donne sole o vittime di violenza), nonché 900 famiglie iscritte al progetto che, una o più volte alla settimana, si recano presso i 32 centri di distribuzione sparsi in tutta la provincia: negozi temporanei dove chi ha bisogno di aiuto alimentare può recarsi per fare la spesa.
Risultati generati L’Associazione distribuisce alimenti a circa 30 istituzioni e associazioni (laiche e religiose) del territorio che operano con le categorie più svantaggiate (strutture di prima accoglienza, organizzazioni che si occupano di donne sole o vittime di violenza, di soggetti fragili, di anziani soli, di italiani e stranieri economicamente deboli). Con tale modalità si aiutano migliaia di persone in difficoltà sociali ed economiche:
- nei soli dormitori di Trento (alcuni aperti tutto l’anno, altri solo periodicamente) ben 262 al giorno;
- tramite gli istituti religiosi della città ben 80 persone alla settimana;
- tramite altre associazioni che si occupano di assistenza ai più bisognosi ben 960 persone al mese.
Annualmente, trattasi di oltre 83.000 interventi singoli. Presso i centri di distribuzione si sono presentate circa 900 famiglie, ciascuna delle quali ha ritirato cibo, mediamente, 4 volte al mese, per un totale di 3.600 accessi mensili e di 38.042 accessi annui familiari.

Negli ultimi anni l’Associazione ha raccolto, mediamente, 1.500 tonnellate di alimenti. Ciò significa che recupera tra i 50 e i 60 quintali di alimenti per giorno lavorativo, quantità che varia a seconda della stagione. Tanto rappresenta una distribuzione di circa 1.500.000 “pasti equivalenti” all’anno (la Fédération Européenne des Banques Alimentaires stima che “500 grammi di alimenti corrispondono a 1 pasto equivalente”; più prudenzialmente, la distribuzione di prodotti freschi stima che “1 chilo di alimenti corrisponde a 1 pasto equivalente”).